Sulle vie dei Romani.
Il tema di questo itinerario è: “ storia, natura e tradizioni” e si svolgerà tra La località le Stallette e Zomaro.
Il percorso lungo 30 km con un grado di difficoltà medio/basso si snodera’ tutto sull’altipiano Aspromontano ed andremo a visitare reperti storici di epoca romana e goderci la natura passando tra faggeti e pinete incontaminate.
Descrizione itinerario
Il percorso ad anello interesserà la Dorsale tabulare o Dossone della Melia braccio più lungo verso nord-est dei contrafforti aspromontani che a raggiera si diramano da Portella Materazzi (m 1870 s.l.m.). Qui, sullo Zomaro (l’antico monte Caulone), tra Canolo Nuova ed Antonimina, sulla linea di displuvio tra lo Jonio e il Tirreno, lungo uno degli 11 altipiani che addolciscono i dislivelli dell’Aspromonte, tra faggi lussureggianti, vecchie torbiere, sorgive di acque oligominerali e resti archeologici che un tempo hanno reso importante e frequentata questa montagna, si svolge l’onda d’urto.
I Locresi che frequentarono per motivi soprattutto militari questa montagna la vollero dedicare a Zeus Omario (Giove conciliatore) da qui, probabilmente, trae origine il toponimo Zomaro.
L’area, secondo una ricostruzione storica del Prof. D.Raso, è stata oggetto di scontro nel 72 a.C. delle truppe romane comandate dal proconsole Marco Licinio Crasso ed il ribelle degli schiavi Spartaco.
Dalla Torbiera di piani Gulata, nel territorio di Canolo Nuova, avrà inizio il circuito che ci condurrà nella direzione di Pietra Liso, il grande masso granitico che troneggia nella pianura lungo la Via Grande dell’Aspromonte o Lenza di Gerace, si prosegue verso Braga Torto (Pietra Storta). Una breve sosta all’area archeologica la cui opera, alcuni studiosi, la collocano nel IV sec a.C. ad opera dei Brettii e si rimonta in sella nella direzione di Rocca S. Mauro posto sul litorale jonico. E’ questo il primo punto di osservazione del percorso, il paesaggio spazia dal borgo di Antonimina (il paese dei fiori) alle gole della fiumara S. Paolo, il mare e i paesi della costa fanno da sfondo a questi promontori che precipitano a valle in modo vorticoso.
Si riprende la pista riportandosi sul versante tirrenico che si snoda a ridosso di profondi fossi e valloni caratterizzati da una particolare biodiversità vegetale: l’associazione tra faggio ed agrifoglio (Anemono appenninae – Fagetum ), il laghetto di Crocco ci apparirà all’improvviso ed in tutto il suo splendore, i fiori di crocus ed i verdi prati esalteranno il suo colore. Si punta adesso al pianoro di S. Trabus passando per il villaggio dello Zomaro, una breve sosta per ammirare una grande pietra granitica tagliata a metà con una croce bizantina scolpita, era il luogo di raduno e di preghiera dei monaci di S. Fantino, si prosegue lambendo l’antica dimora del Gran Duca verso il monumentale faggio di contrada Palazzo che pare voglia esaltare ulteriormente l’area ornandola con la sua grandiosità e bellezza. Presto incontreremo i resti archeologici della fortificazione romana di contrada Palazzo e successivamente alcuni grandi invasi in pietra di forma e struttura particolare le cui finalità sono incerte: vasche di epoca antica (balneolum), forni o pozzi dove si liquefava il piombo per scopi militari. Attraverso una folta pineta il sentiero conduce in contrada Varca, la meta questa volta sarà il laghetto della Mortilla (il fitonomo si richiama al Mirto), costeggiando l’invaso d’acqua si rientra al punto di partenza percorrendo l’antica strada romana.